lunedì 6 maggio 2013

“Perché si tingono le uova di rosso nella Pasqua greca?“, mi chiedono

Non solo in Grecia....

L’uovo, già prima del Cristianesimo, aveva una complessa simbologia cosmogonica, originata dal fatto che apparentemente senza vita la nasconde in sé. 
Rappresentava così l’unione dei quattro elementi, il cielo e la terra insieme, la ciclicità della vita, e così via; e in alcuni popoli veniva perfino seppellito insieme ai morti. 
Col Cristianesimo l'uovo diviene simbolo della Risurrezione di Cristo.

Il Giovedì Santo che è la commemorazione dell’Ultima Cena è uso nei Paesi di fede ortodossa dipingere le uova sode di rosso - colore della Passione - e spesso decorarle, a volte, con immagine adesive o comunque disegni, di solito, di tema religioso.


La domenica di Pasqua, abitualmente dopo il pranzo, avviene il cosiddetto “τσούγκρισμα” (tsougrisma, il “tintinnare”, lo “scontarsi”), una sorta di divertente sfida dove ogni ospite sceglie un uovo dal cestino posto al centro del tavolo e comincia con delicatezza a “urtarlo” con l’uovo scelto dagli altri: l’ospite con l’uovo più integro o con meno ammaccature sarà il più fortunato.
Invece, l’augurio di speranza che ci si scambia a Pasqua proviene da un tropario ispirato, ad esempio, a Matteo 27:63-64 («“Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò./ Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!"»), Matteo 28:6–7 («“Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. / Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto”»), Luca 24:5-6 («Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? / Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea”») o Luca 24:34 («i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”»).


È, infatti, uso dire alla persona cara cui ci rivolgiamo Χριστός Ανέστη! (Christòs Anesti, “Cristo è risorto!”) mentre l’altro risponderà Αληθώς Ανέστη! (Alithòs Anesti!, “Veramente è risorto!”).
 

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