giovedì 9 maggio 2013

Parole greche. Parlando di uova: το αυγό. E due tradizionali piatti greci.



το αυγό o anche αβγό [avγó], l’uovo, è un sostantivo neutro.
L’ovetto si dice αυγούλι (αβγούλι) o αυγουλάκι (αβγουλάκι) mentre l’ovone si dice αυγουλάρα (αβγουλάρα).

Singolare:
Nom./ Acc./ Voc.
αυγό

Gen.
αυγού
Plurale:
Nom./ Acc./ Voc.
αυγά

Gen.
αυγών

  
Deve la sua origine, oltre che alla… gallina, al termine indoeuropeo *hōwyóm, che indica appunto l’“uovo”, e da cui viene il latino ovum. 
Ciò è dovuto probabilmente al fatto che la radice indoeuropea che indica l’uccello è héwis. 
Vedi, per esempio, il latino avis, ma anche il francese “oiseau”, l’italiano “uccello” e persino il siciliano “aceddu” che vengono dal latino tardo *aucellus o *avicellus, diminutivo di avis.

Dal latino ovum “nascono” l’italiano “uovo”, il francese “œuf”, lo spagnolo “huevo”, e così via, ma anche l’inglese “ovum” (ovulo), mentre il più comune termine “egg” proviene dalla forma protogermanica *ajją che in antico nordico aveva dato “egg”.

In greco antico “l’uovo” s’indica con il sostantivo neutro τὸ όν.

«τν δ κροκοδείλων φύσις στ τοιήδε. τος χειμεριωτάτους μνας τέσσερας σθίει οδέν, ἐὸν δ τετράπουν χερσαον κα λιμναόν στι. τίκτει μν γρ ᾠὰ ν γ κα κλέπει» scrive nel Libro II delle sue Storie Erodoto (68): «Ecco le caratteristiche del coccodrillo: nei quattro mesi più freddi non mangia nulla; ha quattro zampe e vive tanto nell´acqua come sulla terra ferma, dove depone e fa schiudere le uova».

Ma anche nel Deuteronomio, 22,6 leggiamo:
«Εν δ συναντήσς νοσσι ρνέων πρ προσώπου σου ν τ δ π παντ δένδρει π τς γς, νεοσσος ος, κα μήτηρ θάλπ π τν νεοσσν π τν ᾠῶν, ο λήμψ τν μητέρα μετ τν τέκνων» («Quando, cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido d'uccelli con uccellini o uova e la madre che sta per covare gli uccellini o le uova, non prenderai la madre sui figli»).

 E in Luca 11,12:
« κα ατήσει όν, πιδώσει ατ σκορπίον;» («O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?»).

La parola όν indica, comunque, anche il “seme” delle piante, come in Aristotele, ma anche oggetti che sono a forma di uovo, come le coppe, o persino… le teste calve. Leggiamo, infatti, nell’Antologia Palatina ᾠὸν πας γέγονεν, “era diventato calvo come un uovo” (11.398).

 
Il plurale di τὸ όν è τὰ ά. 
La iota sottoscritta scompare nel II sec. a.C.

Ecco che la parola diviene anche per iscritto ταωά. 

Poi, per evitare lo iato si sviluppa l’intervocalica [γ], dando *ταωγά [tawγa], mentre la [o] diviene una semivocale.

In età medievale abbiamo la parola ταυά accanto a ταυγά ma anche ταβγά, dove 
1) la semivocale che si trova dinanzi a una consonante sonora diventa [v]; 
2) la parola subisce un processo fonologico, noto come risillabificazione, per cui diviene τ’αυγά / τ' αβγά [t-avγa] e quindi 
3) si forma un nuovo singolare το αυγό / το αβγό. 

Come ho già scritto in un post Tο Πάσχα βάφουμε και τσουγκρίζουμε κόκκινα αυγά .

Le uova possono essere cucinate in tanti modi. È comunque meglio trovare αυγά ημέρας, uova fresche di giornata.

Ci sono: 
βραστά αυγά, uova bollite 
τηγανητά αυγά, uova fritte 
μελάτα αυγά, uova à la coque 
σφιχτά αυγά, uova sode 
αυγά μάτια, uova all’occhio di bue 
χτυπητά αβγά, uova sbattute, con cui fare anche una bella ομελέτα, frittata, ovvero un’omelette. 

Perché naturalmente, come afferma un’espressione greca, δε γίνεται ομελέτα χωρίς αυγά, non c’è omeletta senza uova, come dire: non c’è due senza tre.

Ci sono anche tante espressioni con questa parola.

Vediamone alcune: 
χάνω τ΄ αυγά και τα πασχάλια o anche χάνω τ΄ αυγά και τα καλάθια, perdo capra e cavoli, perdo tutto, mi sento completamente confusa, non ho più la testa a posto. 

Se un ragazzino o una ragazzina si atteggia ad adulto, diciamo: ακόμα δε βγήκε από τ΄ αυγό, (non è ancora uscito dall’uovo) mentre in italiano diciamo Sa o puzza ancora di latte. 
In siciliano, e devo questa informazione alla mia studentessa Roberta Fidilio, si dice infatti: “c'hai ancora a scorcia i l'uovu”.

L’uovo di Colombo, si dice esattamente così το αυγό του Kολόμβου. 

Così come la gallina dalle uova d’oro, η κότα που γεννάει τα χρυσά αυγά. 

Se vogliamo dire che non ci intromettiamo nelle faccende altrui ma ci occupiamo delle nostre (saggio chi lo fa!!!) diciamo: κάθομαι στ΄αυγά μου, cioè, più o meno, mi faccio i cavoli miei. 
Ma se qualcuno invece si fa gli affari nostri, come spesso purtroppo accade, possiamo dirgli: ρούφα τ΄ αυγό σου!, (succhiati il tuo uovo!), ossia sta zitto! bada agli affari tuoi! 

Quando qualcuno ce la raccontando grossa o fa il gradasso, possiamo troncarlo dicendo:
σιγά! μη σπάσεις τ΄ αυγά o anche σιγά τ' αβγά (να μη σπάσουν) o
σιγά τ΄ αυγά / τα ωά, non la sparare grossa! 

Se qualcuno ride senza motivo e vogliamo chiedergli perché ride così tanto possiamo dire:
τι γελάς; αυγά σου καθαρίζουν; (Che ridi? ti stanno pulendo delle uova?). 

Si dice che quest’espressione viene dall’uso, diffuso fra gli antichi romani (poi ripreso dai bizantini), di tirare uova sode in faccia il 15 maggio, giorno in cui Roma festeggiava Afrodite e Apollo. Questa battaglia di uova (αυγοπόλεμος) suscitava tale ilarità che il popolo continuava a ridere anche senza motivo diretto - da cui appunto la frase idiomatica.

In casi in cui qualcuno che è stato preso a pesci in faccia, diciamo τον πήραν με τα αβγά.
Si dice che i Vichinghi gettassero i pesci in faccia ai fanfaroni e ai traditori.

Ne sanno qualcosa Ordinalfabetix e Automatix, compaesani di  Asterix !

 
E naturalmente anche i greci si chiedono se è nato primo l’uovo o la gallina, ovvero η κότα έκανε το αβγό ή το αβγό την κότα;


E infine due ricette per preparare due tradizionali piatti greci. 

Κοτόπουλο σούπα αυγολέμονο, Pollo in salsa di uova e limone
Ingredienti (per 6 persone)

1 pollo di ca. 2 kg.
1 grossa cipolla intera
2 carote medie sbucciate
3 patate medie, tagliate in due
4 gambi di sedano
4 chiodi di garofano
½ tazza di riso
4 cucchiai di mais
sale e pepe macinato



Ingredienti per la salsa di uova e limone 
2 uova coi tuorli separati dagli albumi
2 limoni (il succo)
Brodo di pollo 
Esecuzione
Lavate il pollo, mettetelo in una pentola grande e larga e coprirlo di acqua.
Aumentate il fuoco a una temperatura medio-alta e, appena inizia a bollire, versate le verdure, sedano, cipolla che avete in precedenza infilzato con i chiodi di garofano. Aggiungete sale e pepe. Riducete il fuoco a una temperatura media e coprite la pentola. Dopo avere fatto bollire il cibo per circa un’ora e mezza fino a fare diventare tenera la carne e a fare cuocere le verdure, filtrate il brodo e versate di nuovo nella pentola. Accendete il fuoco e appena il brodo ricomincia a bollire aggiungete il riso, mescolate e fate bollire per 15-20 minuti.
Cinque minuti prima che il riso sia pronto versate il mais e spegnete il fuoco. 
Esecuzione salsa di uova e limone 
In una ciotola mettete gli albumi e battere con una frusta fino a quando diventa leggermente "schiumosa". Versare il limone molto lentamente, e poi i tuorli d'uovo fino a quando il composto si amalgama bene. Quindi con un mestolo versate il brodo fino a quando il composto non arriva alla stessa temperatura del cibo. 

Γιουβαρλάκια με σάλτσα αυγολέμονο
Youvarlak (= polpettine di carne e riso) alla salsa di uovo e limone 

Ingredienti (per 4 persone)

750 gr. di tritato
½ tazza di  burro o margarina o olio di oliva
½ tazza di riso
½ tazza di cipolla tritata fine
2 uova
3 cucchiai di prezzemolo tritato
1-2 limoni
sale e pepe 
Esecuzione 
Mettete la carne macinata in una ciotola e aggiungete il riso (già lavato 2-3 volte), cipolla, prezzemolo, un albume, un po’ di succo di limone, sale e pepe. Impastate bene. Mettete in una pentola il burro o la margarina fino a farla fondere (o l’olio). Impastate gli youvarlak (se volete, cospargeteli di farina) e mettete in pentola. Poi copriteli con acqua calda (un po’ di più se vi piacciono più succosi) e fate bollire a fuoco medio. Sbattete i 2 tuorli e 1 albume con il succo di limone, e aggiungete il brodo degli youvarlak per riscaldare il composto. Poi versate sopra agli youvarlak. Mescoliamo il tutto a fuoco basso per fare “legare” la salsa.


Nessun commento: