το αυγό o anche αβγό [avγó], l’uovo, è
un sostantivo neutro.
L’ovetto si dice αυγούλι (αβγούλι) o αυγουλάκι (αβγουλάκι)
mentre l’ovone si dice αυγουλάρα (αβγουλάρα).
Singolare:
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Nom./ Acc./ Voc.
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αυγό
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Gen.
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αυγού
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Plurale:
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Nom./ Acc./ Voc.
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αυγά
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Gen.
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αυγών
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Deve la sua origine, oltre
che alla… gallina, al termine indoeuropeo *h₂ōwyóm, che indica appunto l’“uovo”, e da cui viene il latino
ovum.
Ciò è dovuto probabilmente al
fatto che la radice indoeuropea che indica l’uccello è h₂éwis.
Vedi, per esempio, il latino avis, ma anche il francese “oiseau”, l’italiano “uccello” e persino
il siciliano “aceddu” che vengono dal latino tardo *aucellus o *avicellus,
diminutivo di avis.
Dal latino ovum “nascono” l’italiano “uovo”, il
francese “œuf”, lo spagnolo “huevo”, e così via, ma anche l’inglese “ovum”
(ovulo), mentre il più comune termine “egg” proviene dalla forma protogermanica *ajją che in antico nordico aveva
dato “egg”.
«τῶν δὲ κροκοδείλων φύσις ἐστὶ τοιήδε. τοὺς χειμεριωτάτους μῆνας τέσσερας ἐσθίει οὐδέν, ἐὸν δὲ τετράπουν χερσαῖον καὶ λιμναῖόν ἐστι. τίκτει μὲν γὰρ ᾠὰ ἐν γῇ καὶ ἐκλέπει» scrive nel Libro II delle sue Storie Erodoto (68): «Ecco le
caratteristiche del coccodrillo: nei quattro mesi più freddi non mangia nulla;
ha quattro zampe e vive tanto nell´acqua come sulla terra ferma, dove depone e
fa schiudere le uova».
Ma anche nel Deuteronomio, 22,6 leggiamo:
«Εὰν δὲ συναντήσῃς νοσσιᾷ ὀρνέων πρὸ προσώπου σου ἐν τῇ ὁδῷ ἢ ἐπὶ παντὶ δένδρει ἢ ἐπὶ τῆς γῆς, νεοσσοῖς ἢ ᾠοῖς, καὶ ἡ μήτηρ θάλπῃ ἐπὶ τῶν νεοσσῶν ἢ ἐπὶ τῶν ᾠῶν, οὐ λήμψῃ τὴν μητέρα μετὰ τῶν τέκνων» («Quando,
cammin facendo, troverai sopra un albero o per terra un nido d'uccelli con
uccellini o uova e la madre che sta per covare gli uccellini o le uova, non
prenderai la madre sui figli»).
E in Luca 11,12:
«ἢ καὶ αἰτήσει ᾠόν, ἐπιδώσει αὐτῷ σκορπίον;» («O se gli
chiede un uovo, gli darà uno scorpione?»).
La parola ᾠόν indica, comunque, anche il “seme” delle piante, come in
Aristotele, ma anche oggetti che sono a forma di uovo, come le coppe, o persino…
le teste calve. Leggiamo, infatti, nell’Antologia
Palatina ᾠὸν ἅπας γέγονεν, “era diventato calvo come un uovo” (11.398).
Il plurale di τὸ ᾠόν è τὰ ᾠά.
La iota sottoscritta scompare
nel II sec. a.C.
Ecco che la parola diviene
anche per iscritto ταωά.
Poi, per evitare lo iato si sviluppa l’intervocalica [γ], dando *ταωγά [tawγa], mentre la [o] diviene una semivocale.
In età medievale abbiamo la parola
ταυά accanto
a ταυγά ma anche ταβγά, dove
1) la semivocale
che si trova dinanzi a una consonante sonora diventa [v];
2) la
parola subisce un processo fonologico, noto come risillabificazione, per cui diviene τ’αυγά
/ τ' αβγά [t-avγa] e quindi
3) si
forma un nuovo singolare το αυγό
/ το αβγό.
Come ho già scritto in un
post Tο Πάσχα βάφουμε
και τσουγκρίζουμε κόκκινα αυγά .
Le uova possono essere
cucinate in tanti modi. È comunque meglio trovare αυγά ημέρας, uova fresche di giornata.
Ci sono:
βραστά
αυγά, uova bollite
τηγανητά
αυγά, uova fritte
μελάτα
αυγά, uova à la coque
σφιχτά
αυγά, uova sode
αυγά
μάτια, uova all’occhio di bue
χτυπητά αβγά, uova
sbattute, con cui fare anche una bella ομελέτα,
frittata, ovvero un’omelette.
Perché naturalmente, come afferma un’espressione
greca, δε
γίνεται ομελέτα χωρίς αυγά, non c’è
omeletta senza uova, come dire: non c’è due senza tre.
Ci sono anche tante
espressioni con questa parola.
Vediamone alcune:
χάνω
τ΄ αυγά και τα πασχάλια o anche χάνω τ΄ αυγά
και τα καλάθια, perdo
capra e cavoli, perdo tutto, mi sento completamente confusa, non ho più la
testa a posto.
Se un ragazzino o una ragazzina si atteggia ad
adulto, diciamo: ακόμα δε βγήκε από τ΄
αυγό, (non è ancora
uscito dall’uovo) mentre in italiano diciamo Sa o puzza ancora di latte.
In siciliano, e devo questa informazione alla mia studentessa Roberta Fidilio, si dice infatti: “c'hai ancora a scorcia i l'uovu”.
In siciliano, e devo questa informazione alla mia studentessa Roberta Fidilio, si dice infatti: “c'hai ancora a scorcia i l'uovu”.
L’uovo di Colombo, si
dice esattamente così το αυγό του Kολόμβου.
Così come la gallina dalle uova d’oro, η κότα που γεννάει τα
χρυσά αυγά.
Se vogliamo dire che non ci
intromettiamo nelle faccende altrui ma ci occupiamo delle nostre (saggio chi lo
fa!!!) diciamo: κάθομαι στ΄αυγά μου, cioè, più o meno, mi faccio i cavoli miei.
Ma
se qualcuno invece si fa gli affari nostri, come spesso purtroppo accade,
possiamo dirgli: ρούφα
τ΄ αυγό
σου!, (succhiati il tuo uovo!), ossia sta zitto! bada agli affari tuoi!
Quando qualcuno ce la raccontando grossa o fa il gradasso,
possiamo troncarlo dicendo:
σιγά!
μη σπάσεις τ΄ αυγά o anche σιγά τ' αβγά (να μη
σπάσουν) o
σιγά
τ΄ αυγά / τα ωά, non la
sparare grossa!
Se qualcuno ride senza motivo e vogliamo chiedergli perché ride così tanto possiamo dire:
Se qualcuno ride senza motivo e vogliamo chiedergli perché ride così tanto possiamo dire:
τι
γελάς; αυγά σου καθαρίζουν; (Che ridi? ti stanno
pulendo delle uova?).
Si dice che quest’espressione viene dall’uso, diffuso fra gli antichi romani (poi ripreso dai bizantini), di tirare uova sode in faccia il 15 maggio, giorno in cui Roma festeggiava Afrodite e Apollo. Questa battaglia di uova (αυγοπόλεμος) suscitava tale ilarità che il popolo continuava a ridere anche senza motivo diretto - da cui appunto la frase idiomatica.
In casi in cui qualcuno che è stato preso a pesci in faccia, diciamo τον πήραν με τα αβγά.
Si dice che quest’espressione viene dall’uso, diffuso fra gli antichi romani (poi ripreso dai bizantini), di tirare uova sode in faccia il 15 maggio, giorno in cui Roma festeggiava Afrodite e Apollo. Questa battaglia di uova (αυγοπόλεμος) suscitava tale ilarità che il popolo continuava a ridere anche senza motivo diretto - da cui appunto la frase idiomatica.
In casi in cui qualcuno che è stato preso a pesci in faccia, diciamo τον πήραν με τα αβγά.
Si
dice che i Vichinghi gettassero i pesci in faccia ai fanfaroni e ai traditori.
Ne sanno qualcosa Ordinalfabetix e Automatix, compaesani di Asterix !
Ne sanno qualcosa Ordinalfabetix e Automatix, compaesani di Asterix !
E naturalmente anche i greci si chiedono se è nato primo l’uovo o la gallina, ovvero η κότα έκανε το αβγό ή το αβγό την κότα;
E infine due ricette per preparare due tradizionali piatti greci.
Κοτόπουλο σούπα αυγολέμονο, Pollo in salsa di uova e limone
Ingredienti (per 6 persone)
1 pollo di
ca. 2 kg.
1 grossa cipolla intera
2 carote medie sbucciate
3 patate medie, tagliate in due
4 gambi di sedano
4 chiodi di garofano
½ tazza di riso
4 cucchiai di mais
sale e pepe macinato
1 grossa cipolla intera
2 carote medie sbucciate
3 patate medie, tagliate in due
4 gambi di sedano
4 chiodi di garofano
½ tazza di riso
4 cucchiai di mais
sale e pepe macinato
Ingredienti per la salsa di uova e
limone
2 uova coi
tuorli separati dagli albumi
2 limoni (il succo)
Brodo di pollo
Esecuzione
2 limoni (il succo)
Brodo di pollo
Esecuzione
Lavate
il pollo, mettetelo in una pentola grande e larga e coprirlo di acqua.
Aumentate il fuoco a una temperatura medio-alta e, appena inizia a bollire, versate le verdure, sedano, cipolla che avete in precedenza infilzato con i chiodi di garofano. Aggiungete sale e pepe. Riducete il fuoco a una temperatura media e coprite la pentola. Dopo avere fatto bollire il cibo per circa un’ora e mezza fino a fare diventare tenera la carne e a fare cuocere le verdure, filtrate il brodo e versate di nuovo nella pentola. Accendete il fuoco e appena il brodo ricomincia a bollire aggiungete il riso, mescolate e fate bollire per 15-20 minuti.
Cinque minuti prima che il riso sia pronto versate il mais e spegnete il fuoco.
Esecuzione salsa di uova e limone
In una ciotola mettete gli albumi e battere con una frusta fino a quando diventa leggermente "schiumosa". Versare il limone molto lentamente, e poi i tuorli d'uovo fino a quando il composto si amalgama bene. Quindi con un mestolo versate il brodo fino a quando il composto non arriva alla stessa temperatura del cibo.
Γιουβαρλάκια με σάλτσα αυγολέμονο,
Aumentate il fuoco a una temperatura medio-alta e, appena inizia a bollire, versate le verdure, sedano, cipolla che avete in precedenza infilzato con i chiodi di garofano. Aggiungete sale e pepe. Riducete il fuoco a una temperatura media e coprite la pentola. Dopo avere fatto bollire il cibo per circa un’ora e mezza fino a fare diventare tenera la carne e a fare cuocere le verdure, filtrate il brodo e versate di nuovo nella pentola. Accendete il fuoco e appena il brodo ricomincia a bollire aggiungete il riso, mescolate e fate bollire per 15-20 minuti.
Cinque minuti prima che il riso sia pronto versate il mais e spegnete il fuoco.
Esecuzione salsa di uova e limone
In una ciotola mettete gli albumi e battere con una frusta fino a quando diventa leggermente "schiumosa". Versare il limone molto lentamente, e poi i tuorli d'uovo fino a quando il composto si amalgama bene. Quindi con un mestolo versate il brodo fino a quando il composto non arriva alla stessa temperatura del cibo.
Γιουβαρλάκια με σάλτσα αυγολέμονο,
Youvarlak (= polpettine di carne e riso) alla salsa di
uovo e limone
Ingredienti (per 4 persone)
Ingredienti (per 4 persone)
750 gr. di tritato
½ tazza di burro o margarina o olio di oliva
½ tazza di riso
½ tazza di cipolla tritata fine
2 uova
3 cucchiai di prezzemolo tritato
1-2 limoni
sale e pepe
Esecuzione
½ tazza di burro o margarina o olio di oliva
½ tazza di riso
½ tazza di cipolla tritata fine
2 uova
3 cucchiai di prezzemolo tritato
1-2 limoni
sale e pepe
Esecuzione
Mettete la carne macinata in
una ciotola e aggiungete il riso (già
lavato 2-3 volte), cipolla,
prezzemolo, un albume, un po’ di
succo di limone, sale e pepe. Impastate bene. Mettete in una pentola il burro
o la margarina fino a farla fondere (o l’olio). Impastate gli youvarlak (se volete, cospargeteli di farina) e mettete in pentola. Poi copriteli con acqua calda
(un po’ di più se vi piacciono più succosi) e fate bollire a fuoco medio. Sbattete i 2 tuorli e 1 albume con il succo
di limone, e aggiungete il brodo
degli youvarlak per riscaldare il composto. Poi versate sopra agli youvarlak. Mescoliamo il tutto a fuoco basso per fare
“legare” la salsa.
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