mercoledì 1 maggio 2013

oggi primo maggio...


nel 431 a.C. inizia la Guerra del Peloponneso con l’invasione lacedemone dell’Attica: ventisette anni di morte e devastazioni


Rilievo con lo scontro di Ateniesi e Tebani a Tanagra (426 a. C.), 
stele commemorativa dei caduti in diversi episodi della guerra del Peloponneso, marmo pentelico.
Da Via Paleologo, presso l’antico sepolcreto pubblico. Atene, Museo Nazionale Epigrafico.

nel 1944 a Kesarianì, quartiere ad est di Atene, vengono fucilati dai nazisti 200 comunisti greci, rastrellati dalle carceri e dal confino.



nel 1976 muore all’età di 36 anni in un misterioso incidente stradale in Viale Vouliagmenis ad Atene, Alekos Panagoulis, eroe nazionale della Resistenza contro la dittatura dei colonnelli (1967-1974), già arrestato, torturato, condannato a morte e poi graziato dal regime: spariscono dall’auto i documenti di cui era in possesso e che denunziavano i nomi, le connivenze e le brutalità della ESA, una sorta di squadrone della morte e  polizia segreta della giunta militare greca.




nel 1909 nasce Ghiannis Ritsos, eroe della Resistenza e uno dei più grandi poeti del ventesimo secolo, candidato nove volte al Premio Nobel per la Letteratura.



nel 1936 durante gli scioperi dei lavoratori delle fabbriche di tabacco a Salonicco, cade ucciso negli scontri armati con la polizia, il giovane autista di 25 anni Tasos Tousis.





La drammatica fotografia della madre che piange il figlio morto, pubblicata dal quotidiano Ριζοσπάστης (Radicale), colpiscono il poeta Ghiannis Ritsos che scrive uno dei suoi capolavori, il poema Επιτάφιος (Lamento funebre), un commovente inno alla solidarietà sociale, agli ideali di uguaglianza e al senso di fraternità del popolo greco che sarà messo in musica dal compositore Mikis Theodorakis negli anni sessanta.






Un brevissimo estratto (la trad. it., più o meno letterale, non è mia)

Μέρα Μαγιού μου μίσεψες, μέρα Μαγιού σε χάνω,
άνοιξη, γιε, που αγάπαγες κι ανέβαινες απάνω

Στο λιακωτό και κοίταζες και δίχως να χορταίνεις
άρμεγες με τα μάτια σου το φως της οικουμένης

Και μου ιστορούσες με φωνή γλυκιά ζεστή κι αντρίκεια
τόσα όσα μήτε του γιαλού δεν φτάνουν τα χαλίκια

Και μου 'λεγες πως όλ’ αυτά τα ωραία θα ν’ δικά μας,
και τώρα εσβήστης κι έσβησε το φέγγος κι η φωτιά μας

Un giorno di maggio mi hai lasciato un giorno di maggio ti perdo,
in primavera, figlio, la primavera che amavi e salire su

Sulla terrazza a guardare e senza poterti saziare
sorbivi coi tuoi occhi la luce del creato.

E mi raccontavi con voce dolce calda e virile
tante e tante cose che non bastano i ciottoli della spiaggia.

E mi dicevi, figlio, che tutte quelle cose, così belle cose, sarebbero state nostre,
e ora sei spento e si sono spenti la nostra luce e il fuoco.

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